“…imparare a pronunciare una parola è un compito complesso condizionato da più fattori di origine percettiva, cognitiva, articolatoria, ed inoltre dalla complessità semantica e articolatoria e dal significato sociale o emotivo che la parola presenta per ogni bambino, ed ancora dal numero di volte che al bambino viene offerta la possibilità di ascoltarla (Zmarich, Bonifacio, 2004). Alcuni bambini sviluppano il linguaggio tra 24-30 mesi in assenza di deficit sensoriali, cognitivi e relazionali. Essi presentano una riduzione del vocabolario in produzione ed un inventario fonetico ristretto. Vengono definiti “Parlatori tardivi” e sottoposti a monitoraggio per valutare l’evoluzione dello sviluppo del linguaggio.
La possibilità di utilizzare oltre la Ritmica corporea e la Ritmica musicale , discipline del Metodo Verbo-tonale, anche le attoività di Grafismo fonetico proposte da Gladic, è di utile supporto se si tiene presente che i principi che ancor oggi si rivelano di estrema utilità possono essere identificati
a) nell’affermazione che il corpo è considerato nella sua interezza e, come tale , ciascun segmento favorisce l’attività degli altri segmenti corporei; b) nel riconoscimento del ruolo svolto dai tratti sovra segmentali c) nell’associazione fra tratto grafico ed emissione vocale
Nel Grafismo fonetico il segno grafico è prodotto dal suo gesto manuale,il gesto manuale è ispirato dal gesto fonetico, e quest’ultimo riceve una complessa trasposizione dalla espressione uditiva. Il risultato finale sarà la strutturazione ritmica della superficie, oppure un insieme ordinato di punti e di
linee sulla superficie stessa, il tutto alla ricerca dei rapporti ritmici delle forme
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